Vetreria Fratelli Toso

Museo del Vetro di Murano

Antica Vetreria Fratelli Toso, in Fondamenta Antonio Colleoni a Murano. Una delle più antiche e tradizionali vetrerie artistiche di Murano. Nel 1854 i fratelli Toso, figli di Pietro, appartenenti al ramo cosiddetto Cangioro della famiglia, avviano l’attività nell’ex Scuola Grande di San Giovanni dei Battuti. In quel periodo di declino della Repubblica (in seguito alla conquista napoleonica e alla cessione all’Austria), la qualità della produzione vetraria è piuttosto bassa in tutta l’isola di Murano, e la maggior parte dei prodotti sono destinati aduso domestico o farmaceutico. Ma i Toso, grazie alla collaborazione e all’aiuto offerto dall’abate Vincenzo Zanetti, grande promotore dell’arte vetraria e fondatore nel 1862 di una scuola di disegno applicato all’arte vetraria, lavorano duramente per recuperare le tecniche e il know-how necessari per riportare l’arte ai livelli di un tempo: nel 1864, in collaborazione con i migliori maestri di Murano, realizzano per l’inaugurazione del Museo del Vetro di Murano un enorme lampadario (tuttora conservato al museo) per il quale ricevono la prima medaglia d’oro, e diventano parte attiva nella rinascita dell’arte del vetro muranese. Una produzione tipica della vetreria tra fine 800 e inizio 900 sono le murrine, tanto che i Toso si guadagnano a Murano il soprannome di murrinari. Ne producono un’incredibile varietà, di fattura eccezionale e di grande valore artistico: alla tradizionale murrina millefiori aggiungono molte varianti (Kikuocrisantemo, Redentore, che ricorda i fuochi d’artificio, Millepunti, il cui disegno è definito da puntini colorati), che diventano particolarmente innovative negli anni cinquanta, quando nasconola murrina Cattedrale (simile alle vetrate colorate delle cattedrali), Farfalla (che ricorda pennellate di colore), Spirale e Stellata (composta da un gruppo di corte cannette di vetro disposte a stella). L’azienda attraversa periodi di grande innovazione creativa, grazie alla collaborazione con designer e artisti eccellenti come il norvegese Hans Stoltenberg Lerche, le cui creazioni sono esposte con successo nel 1912 e nel 1914 alla Biennale, o Umberto Bellotto, i cui connubi tra ferro e vetro sono realizzati per la prima volta proprio in collaborazione con la Fratelli Toso, tra il 1910 e il 1920; e ancora nel 1936 sotto la direzione artistica di Ermanno Toso, e infine negli anni sessanta e settanta, con le opere di Renato, Giusto e Rosanna Toso. Oggi l’azienda non è più in produzione, magestisce l’importante collezione Fratelli Toso, costituita solo da pezzi unici, lavorando soprattutto nel campo dell’antiquariato di vetri d’arte collezionisti privati, case d’asta e musei in tutto il mondo. (mb49)