Paul Cèzanne

Ritratto di Ambroise Vollard 1899

Petit Palais, París.

fonte immagine: globedia.com

 

 

Cèsanne esigente con i suoi modelli

(Paul Cesanne, Aix – en – Provance 1839 – 1906)

 

Cèsanne decide per un ritratto ad Ambroise Vollard e lo mette in posa su un instabile marchingegno.

Presto il povero gallerista s’addormenta e precipita a terra.

Allora Cèsanne: “Dannazione! Avete rovinato tutto!“

“Quando si posa bisogna comportarsi come una mela“

“Forse che una mela osa spostarsi?”

 

I suoi modelli dovevano essere tanto fissi e uguali che, a un certo punto, rifiutò le mele perché potevano marcire e i fiori finti perché, infine, scolorivano un poco.

Così finì per passare alle illustrazioni delle riviste popolari.

Queste sì erano perfettamente immobili e invariabili!

La nobiltà del modello non aveva nessuna importanza.

Era solo un suggerimento per “realizzare le sue sensazioni”

D’altronde le condizioni per iniziare un quadro erano piuttosto complesse.

Il tempo doveva essere grigio-chiaro, non doveva essere irritato da recenti fatti politici, i cani dei vicini non dovevano abbaiare e, se in città, non sopportava il rumore degli ascensori.

“Un’intera squadra di operai con martelli pneumatici”

Comunque il ritratto di Vollard procedeva e fu dopo ben centoquindici pose che l’artista osservò:

“Direi che a questo punto, posso essere soddisfatto del bianco della camicia”

 

fonte testo:

“Souvenir” d’un Marchand de tableaux ” di Ambrosie Vollard (Saint-Denis de La Rèunion 1865/68 – Parigi 1939)