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All’Esposizione triennale di Brera del 1891 a Milano, in un’atmosfera ancora dominata dal naturalismo nelle sue molteplici interpretazioni, alcune opere presenti indicano l’emergere di una nuova e diversa tendenza, sia stilistica che tecnica. L’opera che desta più sconcerto è Maternità di Gaetano Previati, un grande dipinto simbolista, ma di difficile lettura ai visitatori della mostra; l’artista, infatti, accostando sulla tela sottili filamenti dei colori fondamentali (blu, giallo, rosso) ottiene un originale effetto di vibrazione luminosa, con la chiara intenzione di esprimere il suo sentimento con il solo effetto cromatico, e non con la realtà. Nella stessa sala è esposto un dipinto di Giovanni Segantini, Le due madri, soggetto sentimentale ma interessante per la tecnica della divisione del colore. Sostenitore e interprete egli stesso del Divisionismo è il pittore e mercante d’arte Vittore Grubicy de Dragon, che grazie alla conoscenza del mercato europeo si preoccupa di propagandarlo all’estero. La teoria dei colori di Michel Eugene Chevreul, chimico francese, direttore della Manifattura dei Gobelins, autore del libro sullo studio del colore e i contrasti simultaneo e complementare “De la Loi du Contraste Simultanè des Couleurs”, influenza in modo essenziale in Francia Georges Seurat e Paul Signac: questi, in contrasto con gli impressionisti, sostengono che mescolare i pigmenti distrugge la forza cromatica, e la mescolanza dei colori deve avvenire solo nell’occhio dell’osservatore. Ma a differenza del Pointillisme francese, che basa la ricerca quasi esclusivamente sul fondamento preciso di calcoli scientifici e visivi della scomposizione del colore in puntini uguali tra loro, limitando la libertà creativa degli artisti, il Divisionismo italiano, che ha radici nel simbolismo e nello stile antiaccademico della Scapigliatura Lombarda, privilegia l’aspetto artistico; trasforma i puntini in tratti allungati non accostati che tendono a sovrapporsi, studia gli effetti luminosi della luce diretta e riflessa, avendo principalmente come soggetto la natura, ma anche una forte critica di denuncia sociale, come nei dipinti di Emilio Longoni L’oratore dello sciopero, di Angelo Morbelli Per ottanta centesimi, di Giuseppe Pellizza da Volpedo Il quarto stato, di Plinio Nomellini Lo sciopero. Pittori anche loro presenti alla Triennale di Brera del 1891, e che formano con Previati e Segantini il gruppo dei Divisionisti. Altri artisti che adottano la tecnica divisionista sono Filippo Carcano, Alessio Lernia, Cornelio Geranzani, Rubaldo Merello, Eso Pelluzzi e Giuseppe Cominetti. In conclusione, la differenza tra Pointillisme e Divisionismo è enorme, e se nel primo caso non potrà che portare a una pittura metafisica e formale, il colore simbolistico ed espressionistico dei divisionisti porterà in seguito al dinamismo del Futurismo di Boccioni e Balla che inizialmente partecipano al Divisionismo.

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