Dipinto di Cominetti Giuseppe

Cancan. Roma, Galleria d’Arte Moderna

Salasco Vercellese, 1882 – Roma, 1930. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti a Torino, si trasferisce a Genova, dove frequenta lo scultore Bistolfi, e i pittori Geranzani e Nomellini; su consiglio di quest’ultimo si cimenta con la tecnica divisionista, distinguendosi però per la forte accentuazione del timbro cromatico e per la dinamica delle pennellate che imprimono uno spiccato senso di movimento. Come molti artisti italiani é attratto da Parigi per le maggiori opportunità che offre rispetto all’Italia, ancora molto legata agli schemi accademici. Nel 1909 con il fratello Gian Maria, si stabilisce a Montparnasse e successivamente a Montmartre. Conosce Marinetti e Gino Severini, aderisce al movimento futurista, ma ben presto lo abbandona non condividendone il programma e le idee. Nel 1912 ottiene un grande successo al Salon des indipendents con il dipinto La Farandole. Nel 1915 allo scoppio della guerra è inviato sul fronte del Grappa con il compito di corrispondente e disegnatore di guerra, dove rappresenta il volto tremendo e vero della guerra, reso con l’essenza del bianco e nero della semplice matita. Dal 1918 torna ad essere maggiormente presente a Genova dove espone alcuni dipinti parigini e i suoi disegni di guerra. Nel 1919, col fratello, è tra i fondatori del Gruppo futurista genovese. Nel 1925 idea e realizza scene e costumi per lo spettacolo Tour de Cartes rappresentato dal fratello Gian Maria, al Festival del Teatro di Parigi, nell’ambito dell’Esposizione Internazionale di Arti decorative. A Parigi, nel 1926, ha luogo una grande mostra personale che costituisce un tentativo di reinserimento nell’ambiente culturale francese; nella prefazione al catalogo viene definito da H. van Offel pittore polifonista per la sua inconfondibile tecnica pittorica caratterizzata da un divisionismo non del tutto rigoroso, i cui colori complementari spiccano per eccezionale luminosità ed intensità cromatica, e da pennellate lunghe e sfrangiate, vibranti nel fitto intreccio con cui sono fuse sulla tela. Altre mostre vengono allestite a Roma e a Genova presso il Circolo della Stampa. Negli ultimi anni della sua attività pittorica, abbandona i temi futuristi e predilige soggetti naturalistici come paesaggi e scene di vita agreste. Artista poliedrico maturato fra simbolismo, divisionismo e futurismo, alterna la sua attività di pittore con quella di disegnatore, scenografo teatrale, costumista e persino designer tra  l’Italia e Parigi.

Il gatto con gli stivali. Genova, Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti

Cappuccetto rosso. Genova, Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti