DINASTIA QING

DINASTIA QING

La dinastia Qing (1644 – 1911), ultima delle dinastie della Cina, fu fondata dal clan Manciù nell’attuale Manciuria; il suo dominio in Cina data dal 1644, anno della conquista di Pechino, capitale dell’Impero Ming. Il regno Qing inizia con l’imperatore Shunzhi, terzo della dinastia ma primo Qing a governare la Cina (1644-1661), e termina con le dimissioni dell’imperatore Pu-yi, nel 1912. Il Settecento rappresenta il secolo d’oro della dinastia, l’apogeo del Celeste Impero, un’epoca di grande prosperità economica e di incredibile splendore artistico e culturale. In questo secolo si succedono tre grandi imperatori, letterati, mecenati e collezionisti: Kangxi (1662-1723), Yongzheng (1723-1735) e Qianlong (1735-1796), probabilmente il più importante della dinastia. Il loro governo, che porta benessere e ricchezza in tutto il paese, fa meritare loro l’appellativo di despoti illuminati. Essi creano all’interno del Palazzo Imperiale una serie di manifatture alle dirette dipendenze dell’Ufficio per gli Affari di Corte, per creare oggetti d’arte in laboratori appositamente attrezzati. Vi si producono eleganti e ricchi manufatti in vetro, legno, lacca, porcellana, smalto, giada. Il Settecento nella Cina dei Qing è il momento in cui la produzione imperiale raggiunge la sua piena maturità e il suo picco più alto. Si ampliano le fornaci imperiali di Jingdezhen, ereditate dalla dinastia Ming, e se ne continua l’importante produzione, arrivando a livelli di eccellenza dal punto di vista tecnico e decorativo. Gli oggetti, che siano di uso comune, rituale o decorativo, sono una testimonianza dello stile imperiale ricco e raffinato delle fornaci di Jingdezhen e della maestria degli artigiani:
si realizzano prodotti raffinati, invetriature monocrome famose per la vasta tavolozza di colori, perfette repliche in porcellana di altri materiali quali il bronzo, la lacca, il cloisonné. Nel settore lavorano circa 100.000 artigiani, e le porcellane di quest’epoca comprendono i bianchi e blu, gli wucai, le blu cielo, i susancai, le famille rose, ecc. Attivissima in questo periodo l’attività commerciale: la Cina commercia con le Americhe, il Giappone, il Sud-Est Asiatico fino all’Europa. Le manifatture di Olanda e di Francia copiano motivi cinesi, mentre artigiani cinesi, a richiesta dei gesuiti ormai stanziatisi in Cina, producono articoli a soggetto religioso. Quest’epoca di grande splendore e vitalità va però lentamente declinando; gli ultimi anni dell’imperatore Qianlong coincidono con la decadenza dell’Impero Cinese. Dopo la sua morte, le sconfitte nelle guerre dell’oppio e le rivolte interne giungerà la fine della millenaria istituzione imperiale.